1. Via degli Dei al contrario (FI-BO), da
Fiesole a Bàdolo (Sasso Marconi), settembre 2007 – giugno 2016.
Ho saldato il mio debito con questo cammino, il primo
"vero" intrapreso, di una serie che spero continuerà. Allora il tempo
inclemente fermò i miei passi sulle pendici dell'Appennino bolognese. Ora ho
completato il percorso arrivando fino a Badolo. Come un filo spezzato, ho
riannodato il pezzo che mancava a quelli che già c’erano.
Sotto un sole cocente, la magia della Futa e dei suoi
antichi selciati si è di nuovo svelata ai miei occhi; poi il declivio collinare
emiliano si è infranto sul contrafforte pliocenico del monte Adone.
Mentre camminavo, mi sono imbattuto in una spirale di
ricordi della mia infanzia, che mi hanno fatto commuovere: c’era mio nonno che
mi portava nel bosco sopra Lastra a Signa, insegnandomi il nome degli alberi e
delle piante che incontravamo; c’ero io, bambino attento, anche se non
abbastanza conscio del fatto che quei momenti non sarebbero mai più tornati. Un
attimo fuggente che mi ha permesso di rivivere momenti nascosti nei recessi
della memoria, cosa che può accadere soltanto quando sei in cammino, solo con i
tuoi pensieri.
2. Bologna è una regola…
Capita spesso che un motivo che ascolti per caso ti entri in
testa come un refrain che non riesci
più a stoppare. A me è capitato anche con il pezzo omonimo di Luca Carboni, che
parla di Bologna, capo estremo della Via degli Dei, in cui è unita all’altro
capolinea, Firenze.
Andare a Bologna, oggi, può essere davvero una regola semplice
e facile, basta avere i soldi del biglietto. Hanno costruito la ferrovia ad
alta velocità, come una linea di una metropolitana sotterranea, per minimizzare
i tempi di percorrenza. Le Frecce impiegano circa 35 minuti per coprire
l’intera tratta.
A piedi ci vogliono almeno 5 giorni, in cui devi muovere di
continuo i tuoi piedi dal mattino alla sera, con tempi minimi di pausa, se non
vuoi rischiare di dormire sotto le stelle e magari mangiare i resti del tuo
pranzo al sacco.
Non esiste paragone, però, tra una serie pressoché
ininterrotta di gallerie e le meraviglie della natura in superficie. Anche se
il paesaggio è stato modificato, adattato nel tempo, resta sempre un
grandissimo spettacolo di colori e profumi diversi. E’ qualcosa che si riesce a
stento a descrivere, tante sono le sfumature che passano davanti agli occhi.
Mi viene da dire che Bologna non è una regola, ma che
devi conquistartela, sudartela tutta lungo strade polverose o di asfalto
rovente o piene di mota in cui si rischia di affondare, farti scorrere addosso
tutto il sole ed il vento che c’è. Che devi sopportare il peso dello zaino e
gli scarponi che ti fanno male e la salita che ti spezza il fiato fino alla
successiva discesa.
Forse però, non è solo Bologna, ma tutto il viaggio che può diventare
molto più di una regola, anche se io ancora non
ho capito come si fa.
Grazie a Lucia, Luigi e Stefania, i miei stupendi amici
"scoppiati", che hanno reso possibile questo mio desiderio.
Commenti
Posta un commento