Questa storia inizia dall’incontro con il Bianconiglio… (sì, propro lui, il coniglio di Alice nel Paese delle Meraviglie), che, tutto trafelato, si precipitava giù per una breve scesa superandoci nei pressi della Sella Burain, in mezzo al bosco, soffermandosi appena a salutarci. “Ehilà, sapete per caso com’è il sentiero verso Montenotte?”- ci apostrofò. “No, anche noi andiamo in quella direzione…finora abbiamo trovato un po’ di tronchi caduti, ma per fortuna si passa!” - rispondemmo. “Ah, vero! Beh, grazie lo stesso, ma sapete…ho un po’ fretta! Bello il vostro modo di parlare! Di dove siete?” “Siamo della Toscana…di Empoli!” “Ah..non ci sono mai stato, ma mi piace! Ciao ciao!!” E in un battito di ciglia era già cinquanta metri avanti a noi in salita, arrancando tra le radici della faggeta coperte da un tappeto di foglie rossastre che ci nascondeva, insieme ad un po’ di foschia, la cima del Bric Sportiole. Dopo qualche minuto, non lo abbiamo più visto…dileguato nel
In Liguria, non c’è libertà senza fatica, né cammino senza sudore “Ho sceso con te …almeno un milione di scale…” scriveva Eugenio Montale in una famosa poesia, di cui adesso intuisco meglio il significato, dopo aver salito e sceso molte scale, per percorrere a piedi tutte le Cinque Terre. Da Portovenere a Levanto, e poi oltre fino a Moneglia, un intreccio di sentieri tra “Alta Via delle Cinque Terre” e “Via della Costa”. Scalini e scalette, in pietra, in cemento, di legno…in qualsiasi materiale, ma sempre scale. Sembra ci sia stata una mano che ha disegnato percorsi in cui è vietata la dimensione piana. Non troviamo quasi mai una soluzione ai continui dislivelli da affrontare, con uno zaino troppo pesante per questo tipo di percorsi. Il mare è là sotto, ti sembra di poterlo raggiungere con un tuffo, ma non è abbastanza vicino per poterlo fare davvero. Il panorama è splendido, il sole inizia a far le prove per l’imminente stagione estiva, sui sentieri incontriamo